Alla scoperta del mondo musicale di Fernando Alba #interview


E' sempre utile ed emozionante immergersi nel mondo musicale di un'artista, scoprire le sue sensazioni, i suoi progetti e i suoi sogni.

E quest'oggi con noi ci sarà Fernando Alba, a cui siamo affezionati e di cui vi abbiamo parlato spesso, per i suoi live e le sue news.
Condividerà con noi qualche sua piccola esperienza e qualche consiglio per chi come lui vuole intraprendere la sua stessa strada.

Quindi mettiamoci comodi, diamogli il nostro più caloroso benvenuto e iniziamo!



Come è iniziata la tua passione per la musica?  

La passione per la musica nasce principalmente dalla voglia di esprimere a gran voce e a parole mie, quello che penso e vivo.
Scrivere canzoni è un po' come cucinare, solo che i sensi coinvolti sono il cuore e l’anima. La possibilità di poter arrivare al cuore e all’anima provocando delle emozioni tramite una canzone è fra le cose che mi affascinano di più.

Quale è stata l'esperienza più significativa della tua carriera fino ad ora?

E’ stato cantare il mio brano Profondo Silenzio in un piccolo teatro di paese, ovvero il "Teatro Nobel per la Pace" di San Demetrio in provincia dell’Aquila. Il brano l’ho scritto e dedicato a chi ha tragicamente vissuto l’esperienza del terremoto. 
A fine canzone il teatro è rimasto in silenzio per oltre 1 minuto, senza applausi, senza un rumore in sala, è tutto ciò senza essersi messi d’accordo. 
Non ce lo aspettavamo, nessuno del pubblico in sala ha fatto un cenno, come a ricordare in maniera rispettosa, sentendosi abbracciati da un silenzio nato dal rimbombo degli strumenti, chi non c’era più e che fino a poco tempo prima riempiva quel teatro insieme a loro. 
Credo che in assoluto questa sia stata l’esperienza più significativa della mia piccola carriera artistica. Da quel giorno, prima di cantare questa canzone, chiedo il “Profondo Silenzio”.

Come è nata l'idea di unire più di 100 artisti per il nuovo album e come è stato lavorare insieme?  

Nell’album La Chitarra Nuova e Nello Stesso Acido hanno suonato oltre 100 artisti, raggruppati in diverse orchestre e formazioni in base alla canzone da registrare. 
Non è stata una casualità, avevo voglia di coinvolgere tutti i musicisti con cui avevo lavorato negli ultimi 20 anni per produzioni musicali discografiche e colonne sonore. 
Essendo tutti molto impegnati nel mondo professionale, non è stato facile, ci sono voluti diversi
anni per confezionare l’album, ma canzone dopo canzone, sessione dopo sessione, ci siamo riusciti, grazie anche a mani esperte che hanno seguito registrazioni e mixaggi. 
Oggi il sound musicale è spesso mescolato all’elettronica, io ho preferito che la mia musica fosse tutta suonata, scritta sul pentagramma e poi interpretata dai musicisti, ognuno con il proprio stile. 
Questo mi ha permesso di essere restò e nello stesso tempo di rispettare le caratteristiche della musica italiana, cercando di essere originale.

Cosa ti aspetti con la tua nuova musica e cosa vorresti trasmettere? 

In generale, tutti noi ci aspettiamo dalla musica che abbia la capacità di rigenerarsi per continuare a sorprenderci. Abbiamo ridotto il nostro tempo di ascolto, si fa fatica ad arrivare a fine canzone, ma quando ci riusciamo e non ci siamo accorti del passare del tempo, significa che ciò che stiamo 
ascoltando ci emoziona. 
Oggi le nostre canzoni durano sempre meno, abbiamo paura di stancare l’ascoltatore e speriamo che riesca a darci "attenzione" fino alla fine del brano.
Più che pensare a cosa vogliamo trasmettere, speriamo sempre di non stancare le orecchie di nessuno.

Cosa consiglieresti a chi come te vorrebbe intraprendere la tua stessa strada? 

Il mio consiglio è quello che do a me stesso: "non avere fretta, ma fede!” 
Oggi l’errore più grande che possiamo fare è quello causato dalla fretta! 
In corsa perdiamo spunti e connessioni importanti che potrebbero considerarsi e rivelarsi fondamentali. 
Poi sicuramente ci vuole costanza, anche se ci si riposa un giorno ogni sette o per brevi periodi, non bisogna staccare la spina per troppo tempo. 
Qualche giorno fa ho letto un post su Facebook che recitava: “Essere famosi su Facebook è come essere ricchi a Monopoli”. 
Per cui il mio consiglio è quello di dedicare più tempo alla vita sociale che alle ore sui social, il rapporto umano rimane ancora la cosa più importante nella vita delle persone, 
qualsiasi esso sia il lavoro che state facendo.
E faccio un saluto a tutti i lettori del blog. 

Infine non ci resta che ringraziare Fernando Alba e tutto il suo staff per la gentilezza e disponibilità e salutarci, invitandovi a continuare a seguirlo.

Buona musica a tutti.